Ogni anno la Terra produce miliardi di tonnellate di risorse naturali e ad un certo punto, in un futuro non troppo lontano, queste finiranno. Ecco perché dobbiamo ripensare a ciò che buttiamo via, vedendo non sprechi, ma opportunità.
L’ultimo decennio è stato il più caldo mai registrato e ora ci troviamo di fronte a un’emergenza climatica di proporzioni senza precedenti. Se non apportiamo cambiamenti rapidi e significativi, assisteremo al continuo aumento delle temperature globali, allo scioglimento delle calotte polari, ai continenti in fiamme e alla rapida deforestazione.
Ciò colpisce direttamente l’umanità con aumento della povertà, immigrazione da comunità sfollate, perdita di posti di lavoro, montagne di rifiuti e scomparsa degli habitat naturali. Abbiamo il potere di apportare cambiamenti duraturi per combattere questo problema e, con il riconoscimento del riciclaggio negli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite, stiamo già vedendo molti individui, governi e organizzazioni agire direttamente per sostenere l’agenda verde globale.
Il riciclaggio è una parte fondamentale dell’economia circolare e contribuisce a proteggere le nostre risorse naturali. Ogni anno la "Settima Risorsa" (materiali riciclabili) consente di risparmiare oltre 700 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e si prevede che questa cifra aumenterà fino a 1 miliardo di tonnellate entro il 2030. Non c'è dubbio che il riciclaggio sia in prima linea nella guerra per salvare il futuro del nostro pianeta. pianeta e umanità.
La Global Recycling Foundation è lieta di annunciare il tema del Global Recycling Day 2024 come #RecyclingHeroes. Ciò riconoscerà le persone, i luoghi e le attività che dimostrano quale ruolo importante gioca il riciclaggio nel contribuire a un pianeta stabile dal punto di vista ambientale e a un futuro più verde di cui beneficeranno tutti.
La Giornata Mondiale del Riciclo è stata istituita nel 2018 per contribuire a riconoscere e celebrare l’importanza del riciclaggio nel preservare le nostre preziose risorse primarie e nel garantire il futuro del nostro pianeta. È un giorno in cui il mondo si riunisce e mette il pianeta al primo posto.
5 oggetti e materiali difficili da riciclare
I prodotti misti sono difficili da riciclare perché abbinano più materiali. Questi devono essere isolati per essere processati ed eventualmente riutilizzati in modo efficace. Spesso, i prodotti mescolano materiali che i consumatori potrebbero non nemmeno notare, come bottiglie d’acqua che utilizzano diversi tipi di plastica per il corpo e il tappo, uno riciclabile e l’altro no. Questo crea problemi quando vengono smaltiti insieme, con i sistemi di riciclo esistenti incapaci di separarli senza costosi interventi umani. Mentre con un po’ di volontà, un tappo è facilmente separabile da una bottiglia, non è lo stesso per molti altri prodotti misti. Ad esempio, le buste imbottite sono difficili da riciclare, perché combinano carta all’esterno e imbottitura di plastica.
Se i materiali misti sono realizzati a partire da risorse diverse abbinate, (ad esempio un contenitore di cartone con rivestimento di plastica), per materiali compositi si intende la fusione di due materie prime in un nuovo materiale. I compositi sono molto più difficili da separare perché i due componenti sono combinati in modo quasi indissolubile. Mentre possiamo rimuovere il tappo da una bottiglia e – con un po’ di impegno – il rivestimento da una busta, non possiamo fare altrettanto con le resine termoindurenti o le plastiche rinforzate con fibra di carbonio.
Le tazze per il take away
Le tazze da caffè da asporto sembrano facilmente riciclabili: basta separare il coperchio di plastica dal corpo di carta. Tuttavia, questi non sono gli unici materiali contenuti nel prodotto. Una quota significativa di questi oggetti, infatti, include un sottile film di plastica che mantiene la tenuta stagna. Per colpa di questo strato supplementare, finiscono quasi sempre in discarica.
Tubetti di dentifricio
Che siano fatti di plastica, metallo o di una combinazione dei due, i tubi del dentifricio sono essenzialmente impossibili da riciclare. Non è solo colpa del design multi-materiale di questi prodotti, ma anche al fatto che sono estremamente difficili da svuotare completamente. E il residuo di dentifricio che rimane dentro è un grosso problema per gli impianti di riciclaggio.
I tessuti misti
Soprattutto quelli realizzati con un mix di materiali che include fibre sintetiche e cotone o lana, sono un incubo per i riciclatori. Tant’è che ad oggi solo l’1% dei tessuti messi in commercio viene recuperato per nuove applicazioni in Italia. Un vero e proprio disastro, che non è tipico solo del nostro paese. Anzi, è lo standard. Per questo, il il settore è finito nel mirino dell’Unione Europea. Entro il 2025, le nuove regole prevedono che ogni paese metta in piedi un sistema di raccolta differenziata e riciclo. Un processo che, in ogni caso, prevede l’uso intensivo di chimica per sciogliere alcuni componenti e liberare le fibre riciclabili. Meglio sarebbe progettare fin dall’inizio dei tessuti più ecologici e ridurre le vendite di tessili a basso costo e di bassa qualità.
Toner e cartucce
Questi oggetti si trovano tipicamente nei rifiuti degli uffici. Realizzati con una combinazione di materiali di basso valore, quasi sempre monouso, riempiono le discariche da decenni. I residui di inchiostro, oltretutto, comportano un rischio di contaminazione per il suolo e l’acqua. Perché nessuno li ricicla? La ragione è che il riciclo di una cartuccia d’inchiostro e di un toner usati richiede molta manodopera (per cominciare serve uno smontaggio manuale). Inoltre, a differenza dei rifiuti elettronici, i suoi componenti – per lo più in plastica – sono di scarso valore e difficili da riciclare. In due parole: non conviene.
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