Esistono varie ipotesi sull’origine della parola “cocktail”, tuttavia la diffusione di questa tipologia di bevanda mix di liquori prende piede dall’800.
La prima definizione di cocktail risale al 1806, da un giornale statunitense di Houston in Texas, dove un giornalista cerca di spiegare ai lettori cos’è un cocktail e lo definisce un “liquore” fatto con distillati, acqua, bitter e zucchero in grado di appagare il corpo ed alleviare la testa.
Qualche decennio dopo, nel 1862, troveremo le prime ricette dei cocktail nella “Bartender’s Guide” del “maestro” Jerry Thomas. La guida verrà via via aggiornata con l’aggiunta di nuove ricette dei cocktail del momento tra cui ad esempio il Tom Collins nel 1876.
Jerry Thomas pur non essendo un vero e proprio creatore di cocktail, viene riconosciuto come il fondatore della moderna mixologist, in quanto codifica e spettacolarizza il mestiere del barman.
Dobbiamo a lui quei gesti veloci, giostrando con attrezzature per bar come bottiglie speciali di sua invenzione, strumenti per mescolare i cocktail tipo il boston shaker, il mixing glass e lo stirrer, tutti decorati con gioielli luccicanti, per dar vita a long drink colorati e saporiti, come Sour e Fix, e per attirare l’attenzione del cliente sulla gestualità del barman in simbiosi con le attrezzature per mixology.
Il successo del cocktail è inarrestabile. Abbiamo notizie del primo “Cocktail Party ” ufficiale che nel 1917 a St . Louis, nel Missouri. Da allora i cocktail fecero il giro del mondo, arrivando anche in Italia.
Questa è la ricetta del Tom Collins originale (1876)
- 4,5 cl di Old Tom Gin
- 3 cl di succo di limone fresco
- 1,5 sciroppo di zucchero
- 6 cl di soda
- 1 fettina di limone
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